Da Pettorano Sul Gizio sino ai rubinetti
della Valle Peligna. Risorsa per produrre energia elettrica, bacino di
biodiversità e bene primario da difendere. La sua bontà, garantita dai
controlli di Saca e Asl.
Negli
ultimi tempi mi è capitato spesso di sentire varie discussioni riguardo l'acqua
potabile: chi da una parte è convinto che i nostri rubinetti distribuiscano
acqua pura e chi ormai a causa dei tanti problemi sull'inquinamento ha
installato dispositivi di depurazione domestica o è diventato consumatore
abituale di acqua imbottigliata. Per quanto mi riguarda, a causa di problemi di
salute, sono obbligato a consumare, da un anno e mezzo a questa parte, solo
acqua di bottiglia ma rimango comunque convinto dell'idea, con dati alla mano,
che sia una misura cautelare estrema e che la nostra acqua pubblica, della
Valle Peligna, possa andare bene per chiunque.
L'acqua
che comunemente consumiamo proviene dal comune di Pettorano Sul Gizio, nel
limite nord orientale del monte Genzana dove sono localizzate le omonime
sorgenti, un bellissimo posto che ho avuto la fortuna di visitare e che
consiglio a chi non lo avesse ancora fatto; i paesaggi magnifici di questo
piccolo borgo sono stati, nel mese di Marzo, gli argomenti centrali della
rubrica “Consigli di una viaggiatrice a due ruote”, che potete trovare sul
blog, nel quale vengono descritti i posti paradisiaci che la zona offre.
Il
fiume Gizio è un affluente del Sagittario e attraversa i comuni di Pettorano e
Sulmona dove, gran parte delle sue acque vengono prelevate all'interno della
sorgente mediante una galleria di adduzione ed immesse nell'omonimo acquedotto
che rifornisce di acqua i comuni di Pettorano e Sulmona con rispettive
frazioni,il comune di Pratola Peligna i comuni di Raiano e Corfinio, ed i
comuni di Prezza e Roccacasale.
Oltre
alla distribuzione per uso potabile, le acque sorgive di questo corso vengono
utilizzate per alimentare una centrale idroelettrica dell’Enel a Pettorano e
per alimentare una serie di canali per l’irrigazione agricola.
Il
letto del fiume è ricco di vari invertebrati acquatici, questi piccoli animali
oltre ad essere il cibo preferito delle pregiate trote fario che abitano il
Gizio, sono un indicatore biologico di acqua pura e vengono per questo
utilizzati per il controllo della qualità delle acque. La rete di distribuzione
che ci rifornisce è gestita da Saca Spa la quale si occupa della gestione e del
controllo degli impianti, e anche del controllo della qualità dell'acqua
distribuita in rete effettuando controlli a cadenza periodica prelevando
campioni di acqua in diversi punti; questi controlli vengono comunque
effettuati anche dalla ASL.
Concludo
dicendo che questo è un discorso strettamente territoriale e riguarda soltanto
la conca Peligna, quindi un raggio di circa 15 km più o meno e non è
assolutamente un discorso generale. Con questo non voglio dire di certo che in
altre zone l'acqua del rubinetto non sia potabile, tutt'altro io sono
favorevole al berla, ma non ho le giuste informazioni per affermarlo con
certezza. Quindi, agli scettici della nostra zona che non sono convinti della
purezza della nostra acqua, dico che potete stare tranquilli potete bere
tranquillamente l'acqua del rubinetto.
Giuseppe
Natale
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