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3 mag 2014

IL MISTERO DELLA PIRAMIDE


A proposito di cattedrali nel deserto, non potevamo esimerci dal parlare della costruzione che, nell’immaginario collettivo, è l’unica che s’incontra fra le sabbie del Sahara: la piramide. E già, da poco meno di vent’anni, dopo l’Egitto e il Messico, possiamo anche noi vantare di poter mostrare al mondo questa meraviglia.
Situata lungo la provinciale Fanesina, in località Capo Croce, in realtà la piramide è solo un artificio architettonico per rendere un po’ più vistosa la struttura, che la ASL commissionò per ospitarvi attività di carattere sanitario.
Eravamo a metà degli anni ’90 quando, l’amministrazione Petrella individuò il terreno dove edificare l’opera. Quando si diffuse la voce che l’edificio avrebbe ospitato una struttura per l’accoglienza di malati terminali, divenne oggetto di campagna elettorale per le comunali del 1998. Vinse Corrado Di Bacco e l’opera, con la sua caratteristica peculiarità e tramite l’impiego di fondi regionali, secondo i modi regolamentati dall’ex art. 20, fu realizzata (va specificato che essa è di proprietà dell’azienda sanitaria e che solo quest’ultima può deciderne la destinazione d’uso). Ma, perché - come avrete capito leggendo questo ciclo di articoli, un ma c’è sempre - il centro per malati terminali non fu mai aperto. Infatti, il quartiere si oppose fortemente ad avere vicino casa, persone che aspettavano solo di morire il più serenamente possibile.

Il motivo di questa contrarietà, forse è il vero mistero di tutta la vicenda: l’esibizione di tanta insensibilità, francamente, ci ha lasciato sconcertati. Anche perché, facendo un discorso poco profondo, di sicuro i degenti del centro non sarebbero trapassati davanti agli occhi di chi abita lì vicino.
Comunque sia, l’opposizione del quartiere ebbe buon fine e almeno in merito a questo particolare, noi ci auguriamo solo che, la prossima volta, i generosi cittadini pratolani dimostrino tutta la solidarietà, di cui di solito danno prova.
Andando avanti con il racconto, l’attuale primo cittadino ci ha parlato di come, ripetutamente, abbia inviato lettere al dottor Vittorio Sconci, dirigente regionale della ASL, per sollecitarlo a prendere una decisione. Tuttavia è evidente che fino ad adesso, per chissà quale oscura ragione, nessun centro sanitario, di qual si voglia tipologia, è ancora stato aperto a Pratola.
E pensare che le idee e le proposte non sono mai mancate: ricordiamo, in particolare, che da tempo, doveva essere aperto un centro per l’autismo e che purtroppo la struttura individuata per ospitarlo, l’edificio dell’ex scuola media, in via Circonvallazione Occidentale, ha rivelato importanti problemi strutturali. Per prendere due piccioni con una fava, la dirigenza ASL, per esempio, avrebbe potuto dare subito, parere favorevole a dirottare il centro nell’edificio incoronato dalla nostra piramide. Però, semplicemente non lo ha fatto. Almeno per un bel po’. E fra poco vedremo il perché di quest’ultima affermazione.
Un’altra occasione, per non lasciare abbandonata la costruzione, si è presentata quando, durante l’ultima campagna elettorale per l’elezione del sindaco, è stata proposta la creazione di una residenza sanitaria assistenziale con 20 posti letto; ma anche in questo caso, il dottor Sconci non ha dato parere favorevole. È stato inoltre proposto di allocarvi un centro per la riabilitazione e persino la fondazione ISAL ha avanzato la propria idea per l’utilizzo dello stabile. Infatti, il dottor Gianvincenzo D’Andrea, responsabile locale della fondazione che si occupa della ricerca sul dolore, aveva individuato nell’edificio, il posto adatto per creare un luogo dove trattare i pazienti che soffrono di dolore cronico. Ma nonostante tutto, una soluzione che facesse quadrare il cerchio, come al solito, pareva non arrivare.
Fino a quest’anno però, quando dopo un ulteriore sollecito fatto dal sindaco, il dirigente ASL ha risposto che, per rendere completamente funzionante l’opera, sono necessari altri investimenti, per un ammontare di circa 200.000 euro e che questa somma pare sia attualmente disponibile. Ha inoltre aggiunto che vi sarà realizzato un centro diurno per l’autismo e per la salute mentale.
Quindi sembra che nonostante i tempi biblici, almeno questa vicenda dovrebbe concludersi a buon fine; ma visto che niente è logico e lineare nel nostro Bel Paese, non ci stupiremmo se le cose dovessero di nuovo cambiare il corso che hanno imboccato.
Come si suol dire, chi vivrà vedrà. D’altra parte il titolo dell’articolo parla di un mistero e come potrebbe essere tale, se conoscessimo già il futuro?

Piergiuseppe Liberatore

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