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22 mar 2013

Cinema


Ciao ragazzi! In questo triste martedì 12 Marzo, mi ritrovo a scrivere quattro righe su alcuni film: è la soluzione migliore per non pensare alla “Remuntada” del Barca, cavoli!


“Tu sei brava. Tu sei carina. Tu sei importante”  THE HELP

Siamo nei primi anni degli anni ‘60 a Jackson, Mississippi, Skeeter è una giovane neolaureata, che sogna di diventare giornalista. Estremamente ironica e di mente aperta, diversamente dalle sue coetanee, la ragazza inizia a lavorare in un piccolo giornale locale, tenendo la rubrica di economia domestica con il supporto dei preziosi consigli di Aibileen, domestica “di colore” della spietata “reginetta del Bridge”, Ally. Sempre più distante dal mondo bigotto e razzista della sua cittadina, Skeeter inizia a raccogliere le testimonianze di soprusi, ingiustizie, violenze subite dalle  domestiche “negre” fino a realizzarne un libro, suscitando scalpore in quel mondo tanto finto da essere purtroppo vero. Film interamente al femminile, in cui la presenza maschile è del tutto marginale e comunque offuscata dalle bellissime interpretazioni delle protagoniste, in particolare di        Octavia Spencer (Mimmy). La pellicola affronta la tematica del razzismo con un tono più leggero , ma non per questo banale. Ma più di tutto parla della piccolezza delle persone, della “perfida cattiveria” che umilia, emargina ciò che,secondo criteri meramente etnocentrici, è considerato diverso o pensa diversamente. Racconta un pezzo storia che ha caratterizzato molti Paesi, e che purtroppo continua a  essere radicato in molte realtà, seppure in modo marginale. E racconta la nobiltà d’animo delle persone che riescono ad amare anche il nemico (il bianco), accudendo, crescendo e amando i figli dei loro “padroni”, che un domani potrebbero divenire loro “carnefici” solo per conformarsi all’abietto  pensiero dominante della società. Parla della forza di reagire, di iniziare, anche a piccoli passi,a cambiare le cose, non solo per se stessi, ma per tutti coloro che vivono oppressi da qualcuno che non ha alcun diritto di privarli del sacro diritto della libertà. E’ la storia di un leggero e soffocato grido che è destinato a divenire sempre più forte, <<perchè il vento delle libertà inizia a soffiare>>.



“La senti?? Questa è emozione!”  IL LATO POSITIVO

Ammetto che questo non è poi un gran “filmone”, ma è davvero divertente e piacevole. Pat è un professore di storia che viveva una vita normalissima, finchè non scopre la moglie in piena fornicazione con il proprio amante, che in seguito picchierà a sangue. Questo evento causerà a Pat un disturbo bipolare , che lo costringerà a trascorrere alcuni anni presso una casa di cura. Ed è proprio qui che inizia la nostra storia che mostrerà come il protagonista sia diventata una persona diversa, un po’ bizzarra e lontana dalla “normalità” dei suoi concittadini. E’ proprio nella sua stessa città che incontra Tiffany, giovane donna rimasta sotto shock per la prematura morte del marito e dedita al sesso compulsivo come lenitivo al profondo dolore. Seguiamo l’evoluzione del loro rapporto dal primo incontro-scontro, la loro anticonvenzionale amicizia, per giungere al loro riscatto, il tutto colorito con una leggera follia nelle loro esternazioni, che stridono fortemente con le convenzioni sociali a cui le persone “normali” si conformano, almeno in apparenza. Infatti, tutti in fondo siamo un po’ matti, l’unica differenza è che i “non matti”, i cosiddetti “normali” soni più bravi a soffocare tali follie, evitando il più possibili comportamenti che possono suscitare giudizi e imbarazzo. Al di là del finale, per certi aspetti prevedibile, il film è un inno alla positività, all’amore più sincero e vero, e alla diversità : è un invito a essere sempre se stessi, senza temere il giudizio perché la perfezione non appartiene a questo mondo mortale.



“Credi che i pugni siano un’arma?” ONCE WERE WARRIORS

Premetto che questo film è un po’ vecchiotto (lo si può guardare interamente su YouTube) e che è incredibilmente  violento, ma desideravo farlo conoscere  poiché  tratta un tema a me molto caro: la violenza sulle donne, in particolare quella domestica. Jake e Beth Heke sono una coppia di discendenti Maori che vive in una periferia degradata con i loro cinque figli. Jeke è un precario, un alcolizzato che vede nei pugni la soluzione per tutto, che non esita picchiare della moglie ogni volta che lo contraddice. Nonostante il clima di terrore e i continui abusi Beth continua ad amarlo, fin quando un evento drammatico, che lacera letteralmente il cuore, porta Beth a reagire , a cambiare vita per amore dei suoi figli. E’ una potente storia di amore, perdita, violenza e rinascita, non solo della donna stessa che trova la forza di uscire dalla condizione di schiava ,ma anche culturale: nel toccante discorso finale di Beth al marito emerge lo spirito guerriero del popolo Maori, che risiede nella forza di combattere per ciò che giusto,e non nella mera violenza. Il film evidenzia anche come un popolo tanto  fiero e temuto, abbia perso la propria storia, cultura, tradizione e lingua, e sia stato costretto a uniformarsi agli schemi della civiltà occidentale, soffocando il glorioso passato in alcol e nell’ ostentato culto della forza fisica. Travolgente e crudo, questo film non è sicuramente adatto per i deboli di cuore!

Ilaria Presutti

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