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22 feb 2013

Musica



Non tutti i Dj sono il “Male”

I Dj set ci sono sempre stati, la crisi economica li ha raddoppiati e improvvisati ma ci sono sempre stati. Senza scendere troppo nel particolare, evitando di aprire una discussione tra il Dj musicista (creatore) e quello selezionatore di brani, diamo voce ad uno dei più rappresentativi Dj della nostra valle facendo qualche domanda a Franco Sambuco alias L’Elettronica del Male, per cercare di capire con lui l’intenzione di questo enigmatico e affascinante progetto dal nome inquietante.
Bene Franco, quale ruolo hanno i dj nella musica?
«Credo dovrebbero avere la capacità di ricercare sonorità che possano avere un ampio margine, nella ricerca, nella sperimentazione...ma poi, con rammarico, noto che spesso accade che si limitino ad un mero e vuoto intrattenimento».
L'elettronica del Male, un nome che vuole essere una provocazione oppure è la rappresentazione del nostro status attuale?
«Forse entrambi, penso spesso alla Fascinazione che il MALE ha magari nel cinema e nella letteratura, o più semplicemente nella standardizzazione degli adolescenti di oggi...ma è un concetto che meriterebbe, credo, più tempo e attenzione. E poi, comunque, L'Elettronica del Male suona proprio bene, te l'immagineresti, L'Elettronica del Bene? ».
In effetti hai ragione il bene non trova quasi mai giustizia, pensi che le cover band (diffusissime oggi) siano il male della cultura musicale? Oppure andrebbero bacchettati i locali che non hanno (giustamente visti i tempi) nessuna voglia di rischiare?
«Penso che il problema sia nella mancanza di cultura in generale, credo che le nuove generazioni ignorino l'Essenza della musica, penso ai vari Joplin, Hendrix, Morrison...a mio parere è Woodstock il fulcro di tutto, l'anima della musica. Poi ok, se ci sono ragazzetti che amano fare pezzi conosciuti, va bene, facciano pure. Il problema sta nell'assenza di creatività, perché non si conoscono i paradossi, non si conoscono le provocazioni. A scuola io, farei studiare Dario Fo! I locali se la cavano col karaoke tanto... ignoranti e conformisti, come li vuole il sistema».
Siamo arrivati alla fine. A chi è rivolta l'elettronica del male?
«L'Elettronica del Male, in fondo, punta al concetto di Bellezza, come solidarietà, come aggregazione, come tolleranza. E al Sublime. La parte più bella, per me, nel mio piccolo, quando metto musica, non sono le 3-4 ore di elettronica, ma l'ouverture, con un brano di Morricone».

Grazie Franco, L’Elettronica del Male dovrebbe essere un motivo sul quale riflettere e prendere spunto per una giustificazione musicale (culturale) basata sulla creazione artistica al di fuori di ogni singola selezione di dischi fatta solo per accontentare il popolo sempre meno attento alla bellezza delle cose.

Riccardo Merolli

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