“Quiss ev fort!”: Salvatore Puglielli
Cari lettori, ben tornati all'ormai consueto appuntamento con “Quiss ev fort!”. Protagonista di questa puntata una delle icone del calcio pratolano e dello sport peligno in generale, che in paese tutti conoscono e apprezzano: Salvatore Puglielli, nato a Pratola il 22 giugno 1961. Andiamo a ripercorrere la sua storia nei campi da gioco.
Ciao Salvatore. Cominciamo con la classica domanda del ruolo in campo, anche se nel tuo caso è quasi scontato.
(ride) “Ovviamente portiere”
Dunque immagino che il tuo mito calcistico sia un portiere.
“Esatto. E' il grande Dino Zoff”
Bene. Adesso dicci un pregio e un difetto che avevi da portiere.
“Il mio pregio era lo spiccato senso di posizione che avevo tra i pali. Il mio difetto forse le uscite, qualche volta non impeccabili”
Come ti sei avvicinato a questo magnifico sport?
“Si giocava per le strade e negli oratori, luoghi importanti perché ti facevano crescere socialmente oltre che fisicamente, e da lì capivi se provavi passione o meno per il calcio. Poi eventualmente si passava a giocare sul serio in una delle squadre del circondario”
E tu non potevi non scegliere Pratola per iniziare.
“Certamente. Ho cominciato nel '72 con la Pro Calcio Pratola (categoria NAGG), dove ho fatto tutta la trafila dalle giovanili fino alla prima squadra, militante in Promozione. Successivamente ci fu la fusione tra Pro Calcio e Sagittario Pratola, e con la squadra che venne a crearsi vinsi il campionato di Prima Categoria nel 1978”
Tutto bello fino ad allora. Poi accade un brutto episodio che segnò la tua carriera.
“Nell'81, a soli venti anni, subii un grave infortunio al ginocchio che per me rappresenta il ricordo più brutto della mia carriera, anche perchè ero nella Rappresentativa regionale e in una fase di crescita delicata per un calciatore. Per colpa di quell'incidente, rimasi lontano dal rettangolo verde per circa 3 anni, considerando che all'epoca il problema era forse più delicato di oggi da trattare. Pensate che sono stato il primo di tutta la regione Abruzzo ad essere sottoposto a questo tipo di operazione”
Dopo il lungo calvario, il ritorno in campo.
“Ripresi a giocare nell'84 con il Raiano, e riuscii a vincere subito un altro campionato di Prima Categoria, disputando così la Promozione”
E, negli ultimi anni, il ritorno a casa.
“Rimasi fino all'89 a Raiano, poi tornai a Pratola fino a fine carriera. Non potevo non tornare da dove avevo cominciato”
In tutti questi anni, quale momento ricordi con maggior piacere?
“Sicuramente la vittoria del campionato di Prima Categoria con il Pratola”
In quale squadra e con quale calciatore ti sarebbe piaciuto giocare?
“Con il Milan del mitico Rivera”
Cosa è cambiato nel calcio moderno rispetto a quando giocavi tu?
“I maggiori cambiamenti si sono avuti nella parte atletica. Oggi il calcio è molto più dinamico e molto meno di qualità rispetto al passato. Basti pensare a quei giocatori che, nonostante una gran classe, faticano a stare ad alti livelli con una scarsa preparazione atletica”
Fatto questo paragone, ritieni sia più difficile per un ragazzo sfondare rispetto al passato?
“Secondo me sì, proprio perchè adesso occorre più forza fisica, da ottenere tramite una vita sana che non tutti i giovani fanno, e si punta meno sulle qualità tecniche”
Luigi Polce
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