Il
candidato di Abruzzo Civico stravince le elezioni e innesca una resa dei conti
nei circoli Pd locali. Sulmona, Pratola, Raiano e Scanno si interrogano anche
per lo scarso risultato di Di Paolo. Disfatta del Centro Destra. Cresce il voto
di protesta pentastellato.
Luciano
D’Alfonso del Partito Democratico è il nuovo governatore della regione Abruzzo.
Si è imposto con il 46,3% dei voti, su Gianni Chiodi che con Forza Italia e altri centrodestra si sono
fermati al 29,34%. Doppiata Sara Marcozzi del Movimento 5 Stelle che ha
raggiunto il 21,34%, Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista si ferma al
3,12%.
Dopo ben 17 giorni dalle elezioni, finalmente
i dati sono diventati ufficiali (complimenti ai burocrati responsabili) e fra i
tanti candidati della Valle Peligna, l’unico che ce l’ha fatta è Andrea
Gerosolimo, della lista Abruzzo Civico in appoggio a D’Alfonso, con 5575
preferenze. Siccome è tempo di toto nomine poi, fra i tanti possibili assessori,
figura anche il suo nome; quindi, dopo tanto tempo, potremmo ritrovarci ad
avere non solo un consigliere in regione, ma addirittura un assessore.
Fin qui le note liete. Ma non è oro tutto ciò
che luccica.
La candidatura e l’oggettivo successo di
Gerosolimo, ottenuti tramite una campagna elettorale che ha saputo creare una
squadra eterogenea di vari esponenti politici, hanno di fatto avuto l’effetto
che gli ‘’epurati’’ del Partito Democratico ovidiano auspicavano: mettere in
stato di accusa il vecchio rais Bruno Di Masci.
Schierati compatti con il neo consigliere,
hanno ottenuto un gran risultato, al contrario dell’intellighenzia democratica
sulmonese, che ha tenuto in ostaggio tutti i circoli locali, nella scelta del
candidato, individuato all’ultimo nella figura di Massimo Di Paolo.
Nonostante il Pd sia risultato il primo
partito nei maggiori comuni del nostro comprensorio, il professor Di Paolo ha
ottenuto uno scarso risultato.
Il fatto è imputabile in gran parte alla non
lineare, faticosa e tardiva scelta del cavallo su cui puntare. E la
responsabilità è additata in gran parte all’establishment del Pd di Sulmona.
I problemi non sono finiti qui: non solo
l’elezione, ma la candidatura stessa di Gerosolimo ha dato origine a frizioni
in altri circoli e all’interno della segreteria provinciale stessa. Infatti
autorevoli esponenti democratici, come Michela Fina, membro della direzione
provinciale del partito e collaboratore del Ministro della Giustizia Orlando,
Costantino Cianfaglione, vicesindaco di Pratola Peligna in quota Pd ed Amedeo
Fusco, consigliere provinciale e comunale di Scanno, anch’egli membro della
direzione provinciale, hanno pubblicamente sostenuto il segretario provinciale
di Scelta Civica.
Già, perché è proprio questo il problema:
Gerosolimo è il segretario di un’altra formazione politica. È quantomeno
discutibile che dei dirigenti di un partito appoggino il segretario di un altro.
Questa è la principale accusa che viene mossa
ai ‘’dissidenti’’ citati e se per gli altri è ipotizzabile una scelta dovuta
all’interesse per il territorio, le ragioni che hanno spinto Fina rimangono
ancora più oscure.
Se nel circolo di Pratola, la cui unità è
proverbiale, il colpo è stato assorbito abbastanza agevolmente, a Scanno la
vecchia guardia, non più al potere, chiede l’epurazione della nuova dirigenza,
con Fusco in primis, ovviamente. Inoltre, sicuramente qualcuno chiederà
spiegazioni a Fina, durante il prossimo Congresso Regionale.
Mazzetti, il segretario della Federazione
provinciale, che all’inizio aveva promesso l’espulsione per chiunque non avesse
sostenuto il Pd, ora dichiara che si atterrà al regolamento. Bene, il
regolamento prevede che di questi casi, se ne occupi la commissione di garanzia
che è presieduta, pensate un po’, proprio da lui: Bruno Di Masci.
Ne vedremo certamente delle belle, ma per il
momento andiamo a guardare cosa è successo all’interno degli altri
raggruppamenti.
Un buon risultato fra i nostri candidati,
l’ha conseguito Luisa Taglieri, che compariva nella lista del Partito Socialista
Italiano, sempre in appoggio a D’Alfonso. Però, la cervellotica legge
elettorale, che prevede il raggiungimento del quorum da parte dei partiti a
livello regionale, per poi ridistribuire gli eletti su base provinciale, ha
reso vane le 2180 preferenze ottenute. Il PSI infatti, non ha raggiunto la
quota di sbarramento del 2%.
Questi i fatti più significativi fra i
vincitori. Passiamo ora alle opposizioni.
Se il 3,12% delle lista Acerbo, ha lasciato
fuori la sinistra-sinistra dal Palazzo dell’Emiciclo, per la prima volta vi
entrano i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, con a capo la loro candidata a
governatore, Sara Marcozzi, ma senza i locali Giovarruscio e Di Girolamo.
Per i penta stellati, si può notare un ampio
divario tra il risultato delle Europee (29,7%) e quello delle regionali
(21,34%). La questione è facilmente spiegabile con il fatto che, i circa 250
candidati nelle liste di supporto a D’Alfonso hanno ‘’tirato’’ molti più voti,
rispetto ai 29 totali del M5S, facendo registrare questa incongruenza in due
elezioni diverse, ma tenutesi nelle stesso giorno.
La stessa motivazione sta dietro l’analogo
calo nelle Regionali (25,41%), rispetto alle Europee (32,4%) del PD: su questo
partito sono confluiti i voti di altre liste di centrosinistra, presenti solo
alle elezioni regionali.
Le classifiche comunque rimangono le stesse,
in entrambe le consultazioni: il PD è il primo partito, il M5S il secondo e FI
il terzo. E sì, Forza Italia, ci eravamo dimenticati di quella compagine
politica, che in ogni forma che ha assunto negli anni, superava agevolmente il
30% quasi sempre e adesso lo supererebbe a stento, solo se in coalizione con le
altre forze del centrodestra. La spiegazione può essere solo che, gli
insufficienti risultati raggiunti quando hanno amministrato, qualche scandalo
giudiziario e la voglia di cambiamento hanno portato gli elettori a bocciarli
nettamente.
Come minimo, i loro rappresentanti dovranno
fare una seria riflessione sul loro futuro.
Più tranquilli possono restare i 5 stelle;
certo, alle passate Politiche, erano il primo partito in Abruzzo, ma per una
formazione giovanissima, consolidare la base elettorale, con risultato di oltre
il 20% è eccellente.
Il problema è piuttosto di noi cittadini: il
voto al Movimento, rimane in gran parte, un voto di protesta. E la gente
protesta, quando non sta bene.
La nostra regione ha tantissimi problemi, che
vanno dalla sanità ancora allo stremo, alla disoccupazione, passando per gli
scandali ambientali. Perciò, al di là delle analisi, dell’assegnazione dei
ruoli e delle classifiche, nel nostro piccolo ci appelliamo a chiunque, di
mettersi d’impegno per cominciare a risollevare questa situazione disastrata.
Infine, ci scusiamo con Marco Saccoccia, per
l’errore involontario apparso sulla copertina dello scorso numero; ma finché se
ne parla…
Piergiuseppe Liberatore
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