“Ma come ti vesti?” “Come mi pare!”
Street Style, la moda di strada.
«La moda non esiste solo nei vestiti. E’ nel cielo, è per strada. Ha a che fare con le idee e con quello che succede.»
Coco Chanel
Vienne Westwood nel suo negozio al 430 di King's Road di Londra.
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Girovagando per le grandi città del mondo, si incontrano culture e stili diversi, ci si imbatte in modi di vivere del tutto nuovi, si viene a conoscenza delle svariate abitudini nel vestire e nell’accostare tessuti e colori. Ed è proprio per strada che si entra in contatto con una moda alternativa, creata soprattutto dai giovani che, nella vita di tutti i giorni, decidono di osare e di affidarsi totalmente al gusto personale, al proprio stile e al proprio carattere, in modo da riuscire a differenziarsi sempre dagli altri.
Le tendenze nascono quasi sempre tra i giovani, sono essi stessi a crearle, adottarle e a convalidarle nel tempo, facendo sfilare la moda direttamente in strada.
Questo fenomeno ha un nome, si chiama Street Style ed è stato ufficialmente riconosciuto una decina di anni fa tra le pagine dell’inserto domenicale del New York Times che, per primo, utilizzò immagini di semplici passanti come icone contemporanee.
«Molto spesso i vestiti più eccitanti vengono dalla gente più povera.» (Christian Lacroix)
Un esempio di scatto street (marzo 2013).
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Ma cos’è questo street style? Lo dice il nome stesso: “street” significa strada, “style”, sta ovviamente per stile; dunque letteralmente significa “moda di strada”, ma il particolare accostamento di queste due parole fa scaturire interessanti spunti su cui riflettere.
La strada è un luogo colmo di storie e di avventure, che mette a contatto i più svariati tipi di persone e, per questo motivo ha sempre saputo, e sa tutt’ora, adattarsi ad ogni sorta di cambiamento.
Da anni ormai la moda di strada rappresenta una fonte di ispirazione per molti degli stilisti più innovativi. Nei decenni passati vi sono stati geni dello stile come Yves Saint Laurent, che nel Gennaio 1962 presentò la sua prima collezione ispirata allo street wear e alla modernità dei tessuti e dei colori. Continuando, ricordiamo Pier Cardin («Ho chiesto a me stesso: perché solo i ricchi possono accedere alla moda esclusiva? Perché non possono farlo anche l'uomo o la donna della strada? Io potevo cambiare questa regola. E l'ho fatto.»), ma anche Vivienne Westwood, il cui contributo nel campo della moda street-punk degli anni ’70, con produzioni stravaganti e provocatorie, fu di grande impatto.
Oggi, ciò che vediamo intorno a noi, spesso senza rendercene conto, è una miriade di informazioni che ogni persona porta con sé nel proprio abbigliamento, bagagli ricchi di esperienze e di ideologie (della serie a volte “l’abito fa il monaco”).
Per questa primavera/estate 2013 ci aspettiamo uno street wear dominato da un tripudio di colori, di fantasie e di accessori bizzarri e ingombranti, come un grande paio di occhiali o un classico zaino di pelle, che accostato ad un outfit da giorno riesce a cambiare totalmente un look. L’articolo più usato rimane sicuramente il jeans che ha la particolarità di essere semplice ed estremamente versatile e può essere indossato su ogni tipo di calzatura e accessorio.
A differenza della moda, lo street style non detta legge, non è un modo di vestire, è un modo di essere, e può andare contro ogni tendenza dettata dalle passerelle.
Insomma, lasciandoci guidare dalla nostra personalità e distaccandoci da quelle convenzioni che ci vengono “imposte” dal mondo del haute couture, o meglio dell’alta moda, potremmo riuscire a trovare uno stile che ci caratterizzi e che ci rappresenti al meglio.
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