L'OPINIONE DI Mario
Pizzola
"Fin che la barca va, lasciala andare,
fin che la barca va, tu non remare, fin che la barca va, stai a guardare".
Si tratta del ritornello della celebre canzone di Orietta Berti che,
riflettendoci, ci rimanda all'orecchio qualcosa a noi familiare. In effetti,
viene a rappresentare quella che è ormai da 65 anni la storia politica
repubblicana italiana, una "Costa Concordia" lasciata alla deriva e
che probabilmente in questi giorni si è definitivamente arenata.
Ebbene si,
anche noi abbiamo avuto i nostri Schettino, passando da Andreotti a Craxi per
arrivare al più farabutto di tutti: Il Cavaliere Silvio Berlusconi. Ma
procediamo per gradi. L'Italia dovrebbe teoricamente essere una Repubblica
democratica. La parola democrazia, che deriva dalle due parole greche demos
(popolo) e kratos (potere), etimologicamente sta ad indicare un sistema
politico in cui la sovranità appartiene al popolo. Ed è proprio in virtù di
tale concetto che la vicenda che andiamo a trattare assume contorni a dir poco
paradossali. Il 4 ottobre 2013 sarebbe dovuta esser stata una data fatidica per
il nostro Paese. Era, infatti, previsto il voto per la decadenza del cavaliere
e il termine di una dittatura che si protrae ormai dal 1994. L'Italia sarebbe
tornata di nuovo libera. E invece no. Dopo aver minacciato un possibile forfait
di tutti i suoi parlamentari in caso di parere favorevole della giunta delle
elezioni in senato, è passato immediatamente ai fatti. Ha ordinato a coloro che
teoricamente dovrebbero essere lo scheletro della compagine governativa e
rappresentanti dell' UNITA' nazionale, i ministri, di dimettersi. Così facendo
si è ormai aperta una crisi politica che probabilmente sarà un colpo di grazia
per il Bel Paese, in un simile momento storico. Ma non importa. L'importante è
salvare il proprio fondoschiena, l'importante è salvare un delinquente che per
anni si è preso gioco delle istituzioni repubblicane accumulando ingenti
ricchezze. La maschera della responsabilità e del bene del Paese è ormai caduta,
Il Pdl si sta mostrando per quel che realmente è. A dire il vero ci saremmo
potuti risparmiare 20 anni di leggi ad personam, di Truffe, di frodi fiscali,
di bunga-bunga, di meretrici diventate poi parlamentari della Repubblica, di
corruzione, di collaborazioni con la mafia, di figuracce in Europa e nel Mondo
e di altro e altro ancora. La legge 360 del 1957 stabilisce infatti che i
concessionari dello Stato non solo eleggibili. Il Cavaliere è proprietario
della Mediaset, ente televisiva che offre un servizio allo Stato, e in quanto
tale teoricamente non sarebbe dovuto mai esser stato eletto. Naturalmente vi
state chiedendo come sia possibile che in tutti questi anni nessuno abbia mai
avanzato proposte sul merito. DA 20 anni a questa parte si è votato 6 volte.
Nel '94 Berlusconi aveva la maggioranza, e la giunta per le elezioni approvano
la sua eleggibilità. Il centro sinistra cosa fa? Si associa, dando il via al
collaborazionismo politico profilatosi fino ai nostri giorni. Nel '96 si
ripropone il problema, ma questa volta è il centro sinistra ad avere la
maggioranza. Nonostante ciò la giunta si pronuciò sempre il maniera favorevole.
Vota contro solo un deputato, On.saraceni del centrosinistra. Alle elezioni
successive non verrà più candidato dal suo partito. Chissà perchè. Situazioni
analoghe si ripropongono nel 2001 e nel 2006 e 2008, fino ad arrivare ai giorni
odierni. Nel nuovo parlamento sono i grillini a sollevare nuovamente la
questione. Se il PD è favorevole Berlusconi è decaduto. E invece interviene l'ex
deputato Violante, un personaggio piuttosto controverso e da alcuni considerato
come il ponte di collegamento per le questioni sulla giustizia tra PD e PDL, il
quale afferma "Per tre o quattro volte nelle passate legislature, il
centrosinistra ha votato in un certo modo. Se non ci sono fatti nuovi non vedo
perché dovremmo cambiare questa scelta." Giustamente hanno sbagliato per
20 anni, sbagliate anche il 21esimo. La realtà dei fatti è un'altra. Per venti
anni siamo stati soggetti ad una vera e propria dittatura, con a capo un
mascalzone che ha preso per i fondelli una nazione e che ha trovato grazie a
tangenti, favori e corruzione, l'appoggio di una sinistra ancora più non
curante dell'interesse nazionale. Dopo quello che è successo ieri siamo davvero
alla frutta. Personalmente da cittadino italiano qual sono, mi sento spogliato
di qualsiasi garanzia e certezza, impotente di fare alcunché dinnanzi ad un
uomo che ha stuprato la nostra Nazione. Il triste dell'intera vicenda è che
ancora milioni di italiani lo seguono e lo appoggiano, credendo alle sue
baggianate sulla magistratura corrotta e comunista e del suo operare solo per
l'interesse nazionale. Spero solo che dopo l'avvenimento di ieri alcuni abbiamo
finalmente aperto gli occhi e che nessuno creda che le dimissioni siano dovute
all'aumento dell' Iva previsto per la settimana prossima.
Mario Pizzola
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